Autonomia differenziata Schiavo: “E’ inaccettabile, le imprese del Sud si sentono abbandonate. Pronti a scendere in piazza”

Il Presidente di Confesercenti Campania: “Diciamo di no ad un’Italia divisa, con parametri diversi, visto che viaggia a già a due velocità. Ci sarà una parte della Nazione con l’industria e un’altra col deserto”

Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente Nazionale con delega al Mezzogiorno, lancia l’allarme e il grido di protesta di imprese ed esercenti sul tema dell’autonomia differenziata. “Riteniamo – esordisce – che l’autonomia differenziata sia qualcosa di impossibile da realizzare nel nostro Paese. Faremo in modo che da tutto il Sud giunga chiaro il segnale che non ci sarà alcun sostegno per le Europee. Le aziende del meridione d’Italia si sentono abbandonate, non curate e inascoltate. Ci sono diverse ragioni che ci inducono a sostenere questi concetti: in primis perché oggi abbiamo un’Italia troppo diversa tra nord e sud a livello di servizi, trasporti e sanità. Ne consegue una differenza enorme tra la qualità della vita al nord e quella al sud. Crediamo che la logica imporrebbe di mettere prima in condizione gli italiani di ogni regione di avere gli stessi parametri. Lo Stato italiano è uno e uno soltanto. In passato si è fatto molto per il nord penalizzando le regioni del sud. Adesso credo sia giunto il momento che il governo centrale, indipendentemente dai colori di partito, si impegni per dare al Mezzogiorno quell’equilibrio che l’Italia merita”.

Il presidente Schiavo sottolinea, inoltre, lo scenario grottesco e inquietante che potrebbe presentarsi dinanzi agli occhi di tutti gli italiani: “Vorremmo capire, come si può pensare di dividere in tanti piccoli Stati l’Italia? Come si può pensare che regioni forti come la Lombardia, con due milioni di imprese, debbano competere con territori assai diversi come Campania, Calabria o Sicilia, con la metà della popolazione e nemmeno un quarto delle imprese? Quale regione oggi ha le infrastrutture della Lombardia? Con l’autonomia differenziata le regioni potrebbero legiferare su sanità, scuola ed energia. Ci ritroveremmo ad attraversare un’Italia stretta e lunga dove ogni 300 chilometri potrebbero cambiare le regole. In un territorio potrebbero esserci trasporti solo privati, in un altro ospedali solo privati e in un altro ancora solo scuole private. Come si può presentare un Paese così in Europa dove già paghiamo una diversità molto accentuata? Ci ritroveremmo con un’Italia divisa: in una parte ci sarà l’industria e in un’altra solo deserto”.

In conclusione il presidente Vincenzo Schiavo invoca un cambio di rotta della classe politica attuale e, nel contempo, annuncia azioni di protesta da parte degli associati a Confesercenti: “La politica oggi deve fare in fretta e impegnarsi a rendere il nostro Paese equilibrato. L’autonomia differenziata va esattamente nella direzione opposta. E poi ci domandiamo: nella malaugurata ipotesi che l’autonomia differenziata diventi legge, l’enorme debito pubblico italiano chi lo pagherà? Se regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna potranno incassare le loro tasse senza versare più nulla allo Stato, il debito chi lo pagherà? Noi di Confesercenti diciamo di no e, se fosse necessario, gli esercenti campani sono pronti a scendere in campo per rappresentare al governo che noi non siamo d’accordo”.

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