Confesercenti Grosseto: il Black Friday non convince del tutto gli esercenti

“La strada non può essere quella degli sconti permanenti”

 Tra i commercianti della provincia domina la preoccupazione per un appuntamento che, pur crescendo a livello nazionale, viene percepito sempre più come un fattore di squilibrio per il commercio di vicinato.

Secondo Riccardo Colasanti, presidente provinciale di Assoterziario Confesercenti Grosseto: «Il black friday è al momento una nuova ennesima moda statunitense traslata in Europa dove non ci sono controlli ed è quindi diventata un’altra scontistica selvaggia da applicare a ogni prodotto. Si tratta di sconti che paralizzano il commercio dieci giorni prima e dopo quel fine settimana. Per questo speriamo di lavorare almeno questo fine settimana».

«Tra l’altro anche la tempistica è inopportuna: tra 40 giorni andremo in saldo vero. E quindi io la vedo come una rimessa colossale più che una boccata d’ossigeno. Incide parecchio (negativamente) anche sulle vendite di Natale. Ormai tutti attendono il fine settimana degli sconti anticipando gli acquisti di Natale che poi si fermano». «Non sono favorevole, ma come imprenditore mi piego al sistema e mi adeguo, sapendo che i giorni prima e dopo saranno poco produttivi e sperando che comunque funzioni. Tra i colleghi le opinioni sono discordanti: c’è chi non lo farà e chi lo fa perché avendo problemi di liquidità lo vede come un’occasione. Io auspico che venga disciplinato dal legislatore, accorpandolo ai saldi veri, o comunque monitorando quello che al momento è una scontistica senza regole e anarchica» conclude.

Critico anche Marco di Giacopo, responsabile Assoterziario Confesercenti della provincia di Grosseto: «Il Black Friday rappresenta una delle tante allucinazioni del commercio attuale, che assottigliano il potere d’acquisto dei cittadini con sconti spesso fittizi, e mettono in difficoltà i commercianti. Capiamo chi aderisce, ma la strada non è quella degli sconti permanenti: così facciamo solo l’interesse delle multinazionali con sede in paradisi fiscali. Il governo deve togliere la testa dalla sabbia ed affrontare il problema: o si regola il Black friday come i saldi, oppure si puniscono le condotte commerciali scorrette delle grandi piattaforme di e-commerce. Se continuiamo con questo immobilismo, subiscono i soliti e guadagnano sempre i soliti».

Le preoccupazioni dei commercianti locali si inseriscono in un quadro nazionale di grande espansione del Black Friday. Per l’edizione 2025, in programma il 28 novembre, quasi nove italiani su dieci si dichiarano interessati ad acquistare: il 43% sicuramente, il 42% probabilmente. Il budget medio destinato agli acquisti è di circa 249 euro, in aumento del 6% rispetto ai 235 euro dello scorso anno, per un giro d’affari atteso intorno ai 4 miliardi di euro. Le promozioni, iniziate già a fine ottobre, hanno portato un primo aumento dei consumi: il 27% degli italiani ha già effettuato più acquisti, mentre il 46% attende ancora la settimana del Black Friday.

L’evento si conferma sempre più multicanale: il 68% degli acquisti avverrà online, con le grandi piattaforme a guidare il mercato, seguite dai marketplace low-cost che supereranno il 12%. Rimangono comunque centrali i negozi fisici, che copriranno poco più del 32% del totale grazie anche alla partecipazione di oltre 200mila esercizi tradizionali. Per quanto riguarda i prodotti più cercati, al primo posto si conferma la moda (48%), seguita da elettronica e informatica (45%), cura della persona (32%), elettrodomestici (29%), libri (24%), giocattoli (17%), articoli per la casa (14%), gioielli (9%) e viaggi (8%).

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