Bce: stop aiuti contro caro-energia o stretta tassi più forte

Inflazione si dovrebbe ridurre gradualmente nel corso del 2024, per poi avvicinarsi nel 2025 all’obiettivo del 2%

“Con il venir meno della crisi energetica i governi dovrebbero continuare a revocare le misure di sostegno adottate. Ciò è essenziale per evitare di sospingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, che renderebbero altrimenti necessaria una politica monetaria ancora più restrittiva”. È il monito della Bce ai governi contenuto nel Bollettino economico.

Secondo le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate a dicembre 2023 dagli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione si ridurrebbe gradualmente nel corso del 2024, per poi avvicinarsi nel 2025 all’obiettivo del 2 per cento perseguito dal Consiglio direttivo.

Nell’insieme gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione complessiva si collochi, in media, al 5,4 per cento nel 2023, al 2,7 nel 2024, al 2,1 nel 2025 e all’1,9 nel 2026. Rispetto a
settembre scorso le proiezioni per l’area dell’euro sono state riviste al ribasso per il 2023 e soprattutto per il 2024.

Gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione al netto delle componenti energetica e alimentare sia pari, in media, al 5 per cento nel 2023, al 2,7 nel 2024, al 2,3 nel 2025 e al 2,1 nel 2026.

Secondo la Bce “la crescita economica della zona euro resterebbe contenuta nel breve periodo. Oltre questo orizzonte, l’economia registrerebbe una ripresa per effetto dell’incremento dei
redditi reali, allorché le famiglie beneficeranno del calo dell’inflazione e dell’aumento delle retribuzioni, e in conseguenza del miglioramento della domanda estera”.

Nel suo bollettino mensile, segnala “un aumento della crescita da un valore medio dello 0,6 per cento nel 2023 allo 0,8 nel 2024 e all’1,5 sia nel 2025 sia nel 2026”.

“Ci si attende – conclude la Banca centrale europea nel Bollettino economico – che la crescita inizi a recuperare all’inizio del 2024, in assenza di ulteriori shock, e nonostante le perduranti difficoltà per l’attività derivanti dalle condizioni di finanziamento sfavorevoli i cui effetti, tuttavia, dovrebbero attenuarsi nel tempo”.

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