Corte Conti: priorità calo debito, sfida impegnativa

Il Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023 è stato occasione per la Corte di affrontare diversi temi

Il calo del debito pubblico resta la priorità ma è una sfida impegnativa. Questo il monito lanciato dalla Corte dei Conti in occasione del Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023.

È  “opportuna” una “attenta valutazione sulla revisione della struttura del bilancio dello Stato, ove assumono centralità i profili della trasparenza e della leggibilità, che rendono chiara la correlazione fra risorse finanziarie e finalità della spesa; facilitano, in fase previsionale, una più consapevole allocazione degli stanziamenti in bilancio e, a consuntivo, assicurano un più puntuale controllo contabile”. Così il presidente della Corte Guido Carlino nella relazione.

Il Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023 è stato occasione per la Corte di affrontare altri temi.

Evasione fiscale

“Rafforzare i controlli per contrastare l’evasione fiscale diffusa e individuare le risorse per far fronte alle ulteriori misure nella direzione della riduzione della pressione fiscale, oltre che ad esigenze settoriali quali la sanità o l’assistenza. Il tutto in un contesto che dovrà necessariamente caratterizzarsi per un contenimento del tasso di crescita della spesa per rispettare la traiettoria che sarà indicata dal Piano e che rappresenta lo strumento cardine per il rientro del debito pubblico”, ha sottolineato, al riguardo, il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte dei Conti Enrico Flaccadoro. 

Concessioni demaniali Fiscale

“La questione delle concessioni demaniali necessita di una disciplina quadro in linea con il rispetto delle prescrizioni eurounionali e delle decisioni degli organi giudiziari nazionali. La disciplina del nuovo codice dei contratti potrebbe soccorrere per definire il sistema di affidamento delle nuove concessioni, attraverso gara pubblica, per garantire un gettito corrispondente al valore del bene, e almeno limitare le possibilità di infiltrazione della criminalità organizzata in un settore che offre ampi margini per il riciclaggio dei proventi dei traffici illeciti”, ha spiegato il procuratore generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri.

PNRR

“I dati dimostrano che ci sono stati sensibili miglioramenti da parte di diverse amministrazioni pubbliche, pur se persistono criticità e disomogeneità” nei pagamenti del debito commerciale ma “è essenziale superare in modo definitivo tali problematiche, non solo per scongiurare procedure di infrazione, ma soprattutto per centrare l’obiettivo abilitante del Pnrr”. Lo ha affermato ancora Pio Silvestri. “Il superamento dei ritardi nei pagamenti – ha osservato il procuratore – rafforza e dà sostegno al tessuto produttivo e alla tutela della concorrenza. Di contro, il ritardato pagamento del debito commerciale si traduce in un costo per la pubblica amministrazione sia per l’onerosità degli interessi moratori che per la formazione dei nuovi residui e la conseguente incapacità di smaltire i debiti pregressi”.

Sanità

“Il sistema sanitario dopo aver sostenuto uno sforzo corale per limitare gli effetti della pandemia, soffre di una crisi sistemica, accentuata dalla ‘fuga’ del personale sanitario, non adeguatamente remunerato, cui si deve rispondere con decisioni e investimenti non più rinviabili, nei campi dell’organizzazione, delle strutture, della formazione e delle retribuzioni, al fine di garantire effettività al diritto alla salute”. Questo il monito lanciato dal procuratore generale.

Superbonus

“Gli effetti negativi di finanza pubblica del Superbonus, che hanno assunto una dimensione macroscopica, sono ascrivibili all’ampliamento degli obiettivi dell’agevolazione e alle ripetute estensioni temporali della misura, che hanno, appunto, generato un aumento della spesa ben oltre le aspettative iniziali” – ha concluso Pio Silvestri. Il procuratore generale ha puntato il dito anche contro “la diffusione di comportamenti fraudolenti” che “ha contribuito ad ampliare gli effetti finanziari della misura”.

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