Riconosciuta innocuità e sicurezza di una pianta usata da millenni
L’Aloe torna in erboristeria. Con una sentenza molto attesa, la Corte di Giustizia europea ha accolto i ricorsi presentati contro il regolamento 468 della Ue, che nel 2021 aveva vietato l’uso dell’aloe contenente derivati idrossiantracenici, annullando il provvedimento e riconoscendo l’innocuità, la sicurezza e l’efficacia di una pianta impiegata da millenni. Una sentenza che accogliamo con favore e soddisfazione, perché permette agli erboristi italiani di continuare a svolgere con tranquillità il loro lavoro, utilizzando piante che da sempre hanno fatto parte del loro assortimento.
Così, in una nota, la direzione nazionale di Unerbe, la categoria che riunisce le erboristerie associate a Confesercenti.
Il primo effetto della sentenza è l’annullamento della riunione della commissione europea, prevista per il 18 novembre, che avrebbe dovuto estendere il divieto ad altre piante contenenti le stesse molecole quali senna, rabarbaro, frangula ed altre di altrettanto consolidato e sicuro impiego.
Un intervento che avrebbe penalizzato ingiustamente il lavoro professionale e coscienzioso di un’intera categoria e dell’indotto ad essa collegato. Quella di erborista è infatti una professione che in Italia, giova ricordarlo, si avvale di un unicum costituito da professionisti dotati non solo di laurea ma anche di competenza, amore per la professione e dedizione alla stessa.
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