Filippo Grassi: “Sono graditi a residenti e turisti, rappresentano un argine alla malamovida e vanno mantenuti. Serve però un intervento: a dicembre scade la proroga, un tavolo su due è a rischio”
Firenze, 27 ottobre 2023 – Posti all’aperto e dehors convincono i toscani. L’aumento di tavoli e spazi attrezzati all’esterno di ristoranti, bar, pub e altri pubblici esercizi riscuote largo consenso tra i consumatori: tre toscani su quattro – il 75% – lo ritengono un fatto positivo, a fronte di un 25% circa che ha un giudizio negativo. È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG per Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi Confesercenti.
La spinta della pandemia
La rete italiana dei pubblici esercizi ha sempre previsto spazi fuori dal locale per il consumo, grazie anche al fattore climatico che, in alcune zone del Paese, garantisce temperature miti per gran parte dell’anno. La quantità di posti all’esterno – dai dehors più strutturati ai semplici tavolini all’aperto – è però aumentata rapidamente con la pandemia, quando la stessa autorità sanitaria ha consigliato il consumo all’aperto per ridurre i rischi di contagio. Solo nel 2021, secondo le stime Fiepet Confesercenti nazionale, le imprese italiane hanno allestito nuovi spazi esterni per un totale complessivo di quasi 750mila metri quadri, pari a 180mila tavoli. Una piccola rivoluzione che ha contribuito alla resilienza del comparto: tra il 2018 ed il 2023 le imprese di ristorazione sono passate da circa 147mila ad oltre 158mila, con una crescita del +7,6%.
Vantaggi e svantaggi percepiti
Una rivoluzione nella modalità di consumo, che è presto diventata un’abitudine gradita non solo ai turisti, ma anche ai residenti. Tra gli italiani che promuovono l’aumento di posti, il 50% ritiene che la maggior disponibilità di tavolini nelle piazze e nelle strade permetta di godersi meglio la bellezza dei luoghi, mentre un 43% preferisce il consumo all’aperto perché permette, d’estate, di stare più freschi senza aria condizionata: un fattore rilevante dopo l’estate di Caronte. Il 28% valuta positivamente – eredità, anche questa, della pandemia – la riduzione dei rischi di contagio. Per il 18%, invece, gli spazi all’aperto sono semplicemente più comodi. Tra le perplessità, invece, l’occupazione eccessiva dei marciapiedi (52%), la confusione nelle strade (39%) e la perdita di posti auto (25%). Quanto e quando si mangia all’aperto. Anche i contrari, però, mostrano di gradire i tavoli all’aperto. Un avventore su due, quando si reca in un ristorante della propria città, chiede di poter sedere all’esterno spesso (34%) o sempre (16%), mentre solo il 9% sostiene di non chiederlo mai. La preferenza cresce con la bella stagione: durante l’ultima estate, nel tempo libero, il 24% ha sempre usufruito di tavoli all’aperto e il 33% spesso. E se possibile, gli italiani lo farebbero anche nella brutta stagione: il 60% pensa che – con opportuni accorgimenti – i posti all’esterno sarebbero fruibili e desiderabili anche durante l’autunno e inverno.
“Dehors e tavoli all’aperto aumentano l’attrattività delle nostre strade e piazze, permettono di affrontare in modo sostenibile i picchi di calore – sempre più frequenti – e sono anche un argine efficace alle attività di somministrazione abusive nelle strade e quindi alla #malamovida. Soprattutto, incontrano il favore dei consumatori che hanno sposato la rivoluzione della modalità di consumo e ne usufruirebbero anche di inverno” commenta Filippo Grassi, vicepresidente Fiepet Confesercenti Toscana. “Purtroppo, però, un tavolo su due, secondo le nostre stime, potrebbe essere a rischio: il 31 dicembre di quest’anno scadrà la cosiddetta proroga ‘dehors’, una semplificazione che ha permesso finora il mantenimento degli spazi esterni. Serve una norma strutturale per mantenerli: assicurano un servizio ai cittadini che, viste le trasformazioni climatiche e dei modelli di consumo, è divenuto ormai un’esigenza stabile”.